La piazza dei traffici, la piazza dei mercanti
Il Campo dell’Abate non era più letto di fiume. Aveva anzi un campanile da fomentare campanilismi accesi. Aveva lustro di mercato, dopo l’accordo dell’11 dicembre 1212 fra l’Abate Pietro e la Comunità. Col mercato, il Palio, da corrersi il 30 aprile, festa di San Mercuriale, e poi le processioni, i tornei, il teatro …
Botteghe e bancarelle, il commercio, gli interessi privati. Gli interessi pubblici. Il governo e la giustizia, le chiacchiere ai quattro Cantoni. Il capestro e la zocca. Questa la vita di una Piazza. (Giuliano Missirini, Guida raccontata di Forlì)
1419: Papa Martino V “… se fe’ menare suxo la lozza de sovra per vedere el tereno de Forlì, anchora per vedere el mercato perché era in quello dì lune. E fo uno bellissimo mercado perché qui arivava quaxi tuta Romagna con roba …”
(Giovanni di mastro Pedrino, Cronica del suo tempo)
1450: “ La mattina venente che fu il lunedì mi levai et andai in piazza a vedere il mercato; et passando per el Borgo Grande vedeva quelli artigiani lavorare della loro arte, le botteghe de’ mercanti molto ben fornite de mercantie et de panni de’ più colori, et ben vendere et ben comprare, le dette molto ben valere. Poi andava per el mercato …”
(Leone Cobelli, Cronache forlivesi)