IL QUATTROCENTO
La città contesa tra il Papato, gli Ordelaffi e le grandi potenze
Nei primi anni del ‘400, conclusasi violentemente la signoria impopolare di Cecco II Ordelaffi, Forlì si regge per un breve periodo come libero comune, ma già all’inizio del secondo decennio gli Ordelaffi riprendono il potere.
A partire dal 1412 accanto al Palazzo del Comune sorge il Palazzo dei Signori.
Dalla loggia di quest’ultimo Papa Martino V ammira nel 1419 il mercato più ricco della Romagna dell’epoca.
Nei decenni precedenti la metà del secolo, la piazza è corsa dalle squadre dei capitani inviati da Milano e da Roma nell’intento di rovesciare la signoria di Antonio Ordelaffi ed assumere il controllo sulla città.
L’apogeo della famiglia Ordelaffi e la signoria di Caterina Sforza
La signoria ordelaffiana si conclude nel 1480 con la morte del suo più alto esponente, Pino III, protettore delle arti e ricercato capitano di genti d’arme.
Su suo impulso il Palazzo viene ampliato verso la piazza, scavalcando il Canale di Ravaldino con il porticato.
Il Papa Sisto IV impone alla città la signoria dell’inetto nipote Gerolamo Riario, bersaglio negli anni successivi di congiure che culminano nel 1488 con la sua uccisione e defenestrazione.
Prende allora il potere la giovane vedova, Caterina Sforza, donna dotata di rara sensibilità ma anche di grande carattere, che sposta la residenza della Signoria dal palazzo alla Rocca di Ravaldino.
Alla sua corte nel 1499 si trattiene Niccolò Machiavelli.
Sandro Botticelli, Le tentazioni di Cristo, affresco sulla parete nord della Cappella Sistina. Il ritratto al naturale di Gerolamo Riario è l'ultimo a destra, con la veste rossa Francesco di Simone Ferrucci da Fiesole, Busto di Pino III Ordelaffi, Forlì, Pinacoteca Civica |
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Stemma della famiglia Ordelaffi. Forlì, Pinacoteca Civica
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