IL TRECENTO
I conflitti interni e l’ascesa della famiglia Ordelaffi
Gli Ordelaffi prendono saldamente in mano la signoria della città. Alla corte di Scarpetta trova asilo Dante Alighieri e sotto la guida dell’Ordelaffi si riuniscono i ghibellini romagnoli e i guelfi bianchi cacciati da Firenze.
Ma è Cecco I ad imprimere una vera svolta politica con la promulgazione di una legge nova che rende ufficiale l’avvento della signoria aprendo la strada al più fiero oppositore del potere papale, forse il più importante esponente della famiglia, Francesco il Grande, che allarga la signoria a gran parte dell’entroterra ed eleva Forlì a capitale del ghibellinismo romagnolo.
L’affermazione della signoria degli Ordelaffi
Come Dante alla corte di Scarpetta, alla corte di Francesco il Grande si trattiene il poeta Giovanni Boccaccio, che stringe rapporti di amicizia con il signore e con gli umanisti forlivesi. Il Cardinale Egidio di Albornoz, grande stratega e abile uomo politico, riesce dopo lunga lotta a piegare Francesco, ormai ultimo punto di riferimento dei ghibellini romagnoli, ma Forlì viene sottomessa alla Chiesa solo formalmente. In qualità di vicari del Pontefice, negli ultimi decenni del secolo gli Ordelaffi tengono viva con fasi alterne la signoria.