IL CINQUECENTO
Il primo Cinquecento: la meteora di Cesare Borgia e il ritorno in seno allo Stato della Chiesa
Cesare Borgia, Duca di Valentinois e figlio del Papa Alessandro VI, prende possesso della città nel dicembre del 1499 e ai primi del ‘500 assedia la Rocca, imprigiona Caterina Sforza e riporta la città sotto l’autorità del padre. A lui si deve la selciatura della piazza e dei borghi principali. Presto tuttavia la sua fortuna crolla e Forlì conosce un brevissimo ritorno degli ultimi Ordelaffi.
Mentre la piazza è insanguinata dalle lotte fratricide tra le famiglie che fanno capo ai Numai e ai Morattini, il Papa tenta di ristabilire l’ordine con l’invio di governatori come Francesco Guicciardini e con l’istituzione della Magistratura dei XC (novanta) Pacifici, principale organo di tutela dell’ordine pubblico, che ha sede al piano terreno del Palazzo Comunale.
Il secondo Cinquecento: nel silenzio della politica l’emergere delle grandi individualità forlivesi
Mentre Francesco Marcolini affina a Venezia l’arte della stampa appresa nelle botteghe forlivesi, in patria la relativa tranquillità prodotta dalla forzata stabilità politica e garantita dalla Magistratura dei Novanta Pacifici favorisce l’emergere di grandi individualità votate agli studi, alle arti, alle scienze.
Calcano il selciato della Piazza famiglie di pittori (come i Menzocchi e i Modigliani) e non lontano lo scienziato e medico forlivese Gerolamo Mercuriale pubblica i suoi studi sulla ginnastica, che lo renderanno famoso in tutto il mondo conosciuto.
Francesco Menzocchi, San Paolo detta precetti a due vescovi (part.), Forlì, Pinacoteca Civica Marco Palmezzano, "Madonna in trono tra i Santi Biagio e Valeriano", Forlì, Pinacoteca Civica |
Marco Palmezzano, L'Immacolata col Padre Eterno in gloria e i Santi Anselmo, Agostino e Stefano, Abbazia di San Mercuriale, Forlì |