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IL SETTECENTO

La città dei cantieri e dei salotti alla vigilia di una nuova epoca

Il Settecento si apre sullo scenario crudele degli effetti di una guerra distante.  La Piazza è attraversata dalle orde austriache, impegnate nella guerra di successione spagnola, che operano uno dei più cruenti saccheggi della storia della città.  In quegli stessi anni esercita per breve tempo l’arte medica a Forlì Giovan Battista Morgagni, in attesa di approdare all’Università di Padova, dove in breve affinerà gli studi che lo porteranno ad essere riconosciuto come il padre della scienza anatomica.  Intorno alla piazza la città conosce un fervore architettonico ed urbanistico che ne muterà sostanzialmente l’aspetto.

 

Da città di frontiera dello Stato Pontificio a capitale della Romagna napoleonica

Il lato occidentale e quello meridionale della Piazza vengono uniti da un arco che reca da un lato l’effigie del Cardinale Ludovico Merlini e dall’altro un bassorilievo della Madonna del Fuoco.  La cultura a Forlì trova un fertile terreno nel proliferare delle Accademie; tra le personalità forlivesi che si distinguono nella scienza va ricordato per questo periodo il naturalista Cesare Maioli.

Nel 1796 davanti alla Loggia dei Signori la nobiltà forlivese saluta dapprima le truppe pontificie in fuga e guarda poi con apprensione lo sfilare dell’esercito francese.  Nel febbraio 1797 Napoleone è a Forlì, individuata come capitale del Dipartimento del Rubicone.