Il Palazzo Albertini

“Accanto al gotico della Podesteria, il rinascimento della Palazzina Albertini. Anche restaurata, ... la Palazzina Albertini riesce a comporre con l’adiacente Palazzo del Podestà un dittico di singolare eloquenza architettonica. ... la Palazzina resta esemplare inconsueto nel panorama edilizio forlivese, che aveva a quel tempo solo facciate dure e cortili, quando ricchi, a portico e loggia.  Così inconsueto, da denunciare una precisa scelta privata. ... I due palazzi, adiacenti, nati a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, sono come pagine di un libro aperto: dove finisce il capitolo del Medioevo gotico e comincia l’Evo Moderno rinascimentale.” (G.Missirini)

 

Ludovico Albertini fu il principale esponente della famiglia di speziali che tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento volle, con questo palazzo eretto sul lato più nobile della piazza, sancire la propria ascesa sociale ed economica. Ludovico fu lo speziale di fiducia di Caterina Sforza, con la quale collaborò a lungo nello sperimentare e nel mettere a punto quei medicamenti e quelle ricette di bellezza per le quali la Contessa andò famosa.  A poca distanza dal palazzo, sull’attuale corso Diaz, si trovava una delle più frequentate spezierie dell’epoca, che recava sulla facciata l’affresco del Pestapepe, oggi custodito nella Pinacoteca Civica.