Il Palazzo del Podestà

Nel marzo del 1458 il bolognese Nane da Vigano, all'epoca Podestà di Forlì, aveva lasciato il palazzo che già sorgeva all'angolo tra la strada maestra ed il borgo dei Merloni e preso a tenere ragione, cioè ad amministrare la giustizia, altrove per protesta contro le condizioni della vecchia Podesteria.  Questa fu quindi demolita e al suo posto fu edificato in fretta un primo palazzo che nell’arco di pochi mesi crollò.  Fu allora incaricato della ricostruzione mastro Matteo da Ricevudo, zio di Melozzo, che nel 1460 consegnò alla città il palazzo che ancora oggi, con qualche modifica, possiamo vedere.

“Ha portico con pilastri e capitelli in cotto, intagliati dopo la messa in opera.  Stemmi della Signoria e una bella croce hanno resistito ai graffi delle bombe durante l’ultima guerra.” (Giuliano Missirini)

Dal quarto decennio del ‘500 il palazzo fu la sede dei Pretori poi, nel tempo, ospitò le scuole pubbliche.

Nel 1905 fu dichiarato Monumento nazionale.

Dopo alcuni interventi che nel 1912 misero in sicurezza i pilastri su cui poggiava il porticato, nel 1926 fu avviato sul palazzo un intervento più radicale di restauro.  Furono ripristinate le finestre ad ogiva del primo e del secondo piano, ma purtroppo i progettisti si spinsero oltre, “inventando” un balconcino neogotico sulla parte della facciata nella quale anticamente si trovava una ringhiera alla quale veniva assicurata la gabbia di ferro destinata al supplizio dei condannati.