Gli 800 anni della piazza di Forlì

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IL TRECENTO

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IL SEICENTO

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Nel nome del Signore.  Nell'anno dalla sua incarnazione milleduecentododici, il giorno ventidue del mese di dicembre, quindicesima indizione, nel palazzo del comune di Forlì.

 

A te, don Pietro, per grazia di Dio abate di San Mercuriale, in presenza e col consenso di don Placido, don Chiaro, don Clemente, tuoi confratelli e monaci del sopraddetto monastero, chiedo che sia concesso per contratto a me, conte Malvicino attuale podestà di Forlì per grazia di Dio, ricevente in nome e per conto del suddetto Comune e mio e dei rettori del Comune di Forlì che mi succederanno nell'incarico, il Campo comunemente detto dell'Abate, sul quale per antica e duratura abitudine si tiene il mercato, con le vie d'ingresso e di uscita e tutte le sue pertinenze, posto in Forlì, delimitato nel primo lato dalla strada maestra, nel secondo dal fiume, nel terzo dalle macellerie e dalla fila di case che va verso il monastero, nel quarto dalla fila di case che va verso la predetta strada maestra, al fine di averne il possesso, la tutela e la proprietà e garantirne la difesa ed ogni miglioramento, per cento anni a venire rinnovabili, in cambio di un censo che il Comune ed i rettori che si succederanno al suo governo dovranno versare a te, ai tuoi successori e al predetto monastero ogni anno nel mese di marzo o nel termine stabilito, una libbra di cera, così come sancito per iscritto a te per il suddetto monastero sulla base della deliberazione dei comuni arbitri per mano del notaio Guidone e che io prometto in nome del comune di versare.  E al momento del rinnovo tu prometti in nome tuo, dei tuoi successori e del suddetto monastero di rinnovare l'accordo con il Comune e con i miei successori che si avvicenderanno al suo governo, per la somma di venti denari ravennati.   Se una delle due parti contravverrà a questo accordo, quella parte darà alla parte che risulterà invece fedele all'accordo, a titolo di risarcimento, duecento marche d'argento e, pagata o rimessa la cauzione, l'accordo rimarrà valido e potrà sempre venire impugnato finchè rimarrà valido.

 

Io Misio, per grazia di Dio notaio ravennate, ho sottoscritto e redatto questo atto, nella forma di cui sopra; e mi sia lecito, in nome del suddetto Comune, personalmente o tramite un mio delegato, entrare in possesso del suddetto bene comune, con tua autorizzazione e consenso; sono stati convocati ed hanno assistito al presente accordo i seguenti testimoni: il nobile Beneintendo, il nobile Martino, il nobile Tederico, giudici del Comune; Aldrovando, il nobile Vitale Bonfiglio, il nobile Giovanni, avvocato, e Pietro Bennoste